Analisi

Pisana: con il centrodestra nel Lazio un Consiglio più “rosa”

L’analisi dei dati di Political Data Agency sulla nuova squadra del governatore Rocca: l’età media sale a oltre 48 anni, in calo gli under 40. Righini leader delle preferenze

È un consiglio regionale più “rosa” quello che si è insediato oggi nel Lazio, ma anche molto più “silver”, segno che se per le donne (complice la preferenza di genere) le cose non vanno malissimo, i veri esclusi dall’assise regionale continuano a essere i giovani. L’età media infatti dei componenti dell’assemblea è salita a 48 anni e 2 mesi, contro i 45 anni e 8 mesi della precedente consiliatura. Alla Camera dei Deputati l’età media in questa legislatura è di 49 anni; 54 per il Senato.

I dati di Political Data Agency
Lo si evince dai dati elaborati da Political Data Agency. Diminuiscono gli under 40, passati dai nove della passata consiliatura ai sette di quella appena insediata. Non va meglio – per i giovani – sul fronte del governo regionale: nella nuova giunta infatti l’età media è di 56 anni e 3 mesi: se si considera che con i suoi sessanta anni medi il governo Meloni è uno dei più “anziani” della seconda repubblica, la nuova giunta regionale si conferma allineata al governo nazionale.

Per le donne come dicevamo va invece un po’ meglio: in giunta è stata assicurata la parità (cinque uomini e cinque donne, compongono l’esecutivo della Regione Lazio) mentre le preferenze hanno assegnato al gentil sesso venti posti su cinquantuno nel parlamentino regionale, una percentuale pari al 39,2%. Meglio in questo caso del Parlamento nazionale, in cui il numero delle donne in questa legislatura è per la prima volta da venti anni calato. Fra Camera e Senato infatti le donne sono passate dal 37% della passata legislatura al 32% di questa, non senza vibranti polemiche. E meglio anche della passata consiliatura in cui le donne elette furono sedici su cinquantuno (il 31,4%).

Il gruppo più rosa alla Pisana (nel senso che ha eletto più donne) è quello di Fratelli d’Italia (donne e uomini si equivalgono) seguito da quello del Partito democratico (in cui le donne sono il 40%). Tutto al maschile invece il gruppo di Forza Italia (che però ha solo tre eletti) mentre la Lega ha eletto una donna su tre consiglieri. Il Movimento 5 Stelle – dopo le dimissioni della candidata presidente – resta in Consiglio con una donna su quattro consiglieri.

L’utilizzo della preferenza nel Lazio
Il sistema delle preferenze dunque si conferma molto arduo per i giovani. Gli elettori laziali hanno, dal punto di visto dell’uso della preferenza, un atteggiamento più simile a quello delle regioni del Mezzogiorno che di quelle del centro-nord. Come è noto al centro-nord la preferenza è molto meno utilizzata dagli elettori. E questo è confermato anche dal confronto fra Lazio e Lombardia: sempre secondo i dati della Political Data Agency in Lombardia la percentuale di voti di preferenza nelle ultime regionali è stata del 35% contro il 78% del Lazio. Percentuali che – a voler essere precisi – andrebbero dimezzate dal momento che l’elettore, in entrambe le regioni, aveva a disposizione due preferenze.

A sorpresa, nel Lazio, il partito che ha fatto maggiore uso delle preferenze è la Lega, che ha totalizzato il 112% di preferenze rispetto ai voti (non stupisca la percentuale superiore al cento per cento, perché appunto esiste la possibilità di esprimere due preferenze). Segue – nella classifica delle schede elettorali più preferenziate – Forza Italia con il 96,7% di preferenze espresse. Le liste di Fratelli d’Italia raggiungono l’82%, mentre quelle del Partito democratico si fermano al 76%.

Il più votato alla Pisana è stato Giancarlo Righini di Fratelli d’Italia: i suoi oltre 38mila voti personali gli hanno spalancato le porte della giunta Regionale.

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