Mancano 100 giorni al 31 maggio, possibile data della tornata elettorale che coinvolgerà sei regioni, tra cui la Toscana.
Stamani i principali quotidiani toscani hanno pubblicato gli esiti di un sondaggio sulle intenzioni di voto regionali realizzato da EMG Aqua tra il 18 e il 19 febbraio scorsi. Negli stessi giorni lo stesso istituto ha effettuato una analoga rilevazione a livello nazionale.
La contestualità delle interviste e due analoghi sondaggi effettuati da EMG nello scorso dicembre permette di effettuare un confronto da cui emergono, al di là delle evidenze, alcune conferme e un elemento di discontinuità.
In coerenza con quanto avvenuto in tutte le consultazioni elettorali il Pd (e prima di lui i suoi “antenati”) in Toscana raccoglie in termini percentuali consensi nettamente superiori a quelli ottenuti a livello nazionale, seppur con un trend comunque in discesa (dal +15% della prima repubblica al +13% della seconda, al +11% degli ultimi appuntamenti elettorali. Il sondaggio di EMG conferma sostanzialmente l’ampiezza dello scarto (+10,5%), in linea con il sondaggio di dicembre (+10,4). Analogamente la Lega, secondo partito a livello regionale, registra in Toscana uno scarto negativo di circa tre punti percentuale (2,8 alle europee, 3,1 nell’ultimo sondaggio). Omogeneità anche per quanto riguarda Forza Italia: lo scarto in negativo di tre punti percentuali delle europee è confermato anche dal sondaggio di EMG (rendendo, come vedremo, appesa a un filo la possibilità di eleggere anche un solo consigliere). Difficilmente comparabile il dato della sinistra radicale: alle europee lo scarto tra Toscana e Italia fu +1,6%, i recenti sondaggi misurano a livello nazionale La Sinistra, mentre a livello regionale è stato sondato solo il Partito comunista, mentre non compare, nonostante l’annunciata presenza, la lista erede della coalizione che cinque anni fa sostenne Tommaso Fattori.
Dalle conferme alle sorprese: Italia Viva a dicembre era stimata a livello nazionale al 5% e in Toscana al 7%; oggi il dato nazionale è il medesimo, ma quello regionale è schizzato al 10%. Sul fronte del centrodestra spicca il balzo in avanti di Fratelli d’Italia (11%), con contestuale calo dello scarto tra dato nazionale e regionale: dall’1,6% delle europee allo 0,9% dell’ultimo sondaggio (a dicembre FdI registrava a livello nazionale il 10,6% e in Toscana l’8, con uno scarto del 2,6%).
Va evidenziato che, ai fini della simulazione della ripartizione dei seggi, nel sondaggio pubblicato oggi non sono state rilevate, almeno una lista che correrà alla sinistra già Giani, eventuali liste del presidente e inoltre i soggetti minori della coalizione di centrosinistra sono stati raggruppati in un sol, improbabile, soggetto con al suo interno +Europa, Verdi, una parte della sinistra e Azione.
Ciononostante, l’ampiezza del vantaggio registrato al momento dal candidato presidente del centrosinistra Eugenio Giani ci permette di compiere una simulazione sulla composizione del prossimo consiglio regionale e sugli eletti nelle circoscrizioni:
La Lega porterebbe a Palazzo Panciatichi 9 consiglieri, uno per ogni circoscrizione tranne Piana fiorentina, Empolese, Massa e Siena; FdI eleggerebbe 3 consiglieri (uno a Firenze città, uno a Lucca e uno a Pisa); Forza Italia, superando il 3%, eleggerebbe solo il più votato tra i candidati nella circoscrizione di Firenze città; il Pd porterebbe in Consiglio 16 consiglieri, uno per ogni circoscrizione e due a Firenze città, Mugello e Pisa; Italia Viva conquisterebbe 5 seggi, provenienti da Arezzo, Lucca, Pisa e Firenze città (due eletti); un’ipotetica lista a sostegno di Giani, grazie al 6% eleggerebbe 3 consiglieri, uno a Firenze, uno a Livorno e uno a Pisa; il Movimento 5 Stelle si fermerebbe a un solo eletto, a Firenze città. A questi andrebbero aggiunti i candidati presidenti del centrodestra e del Movimento 5 stelle, oltre a Giani che diventando governatore entrerebbe a far parte del Consiglio
Dalla simulazione emerge la golden share di Italia Viva nella maggioranza di centrosinistra, con il Pd e liste minori sotto di un seggio (compreso il presidente) rispetto alla maggioranza assoluta. Il Partito democratico nel 2015 aveva eletto la maggioranza assoluta dei consiglieri conquistando 24 scranni su 40, fermandosi a 16 perderebbe l’autosufficienza. A diventare decisivi diventerebbero i 5 eletti di Italia Viva. Nel centrodestra si compirebbe un riequilibrio interno: la Lega crescerebbe da 6 a 9 seggi, Fratelli d’Italia triplicherebbe la propria rappresentanza passando da 1 a 3, mentre Forza Italia la dimezzerebbe scendendo da 2 a 1.
Ma, come detto, si tratta di una simulazione su un sondaggio effettuato a tre mesi dal voto, senza il nome del candidato alla presidenza del centrodestra e senza la rilevazione di una lista di sinistra che ha già annunciato che sarà presente alle elezioni. La strada da compiere è ancora lunga e le novità, anche sorprendenti, potrebbero non mancare.