Analisi

Ricoveri Covid, i numeri non tornano

Coronavirus, i numeri non mentono

Esattamente un mese fa (qui l’articolo) mettemmo in evidenza l’inutilità di gran parte dei dati quotidiani sulla pandemia, così come presentati dalla Protezione civile, suggerendo l’inserimento di almeno due colonne (i casi testati con tampone e l’incremento di casi positivi) e evidenziando come le uniche colonne veramente utili fossero quelle relative alle ospedalizzazioni. Non certo per merito nostro, nei giorni seguenti la Protezione civile ha magicamente deciso di arricchire la tabella quotidiana con le due nuove colonne.

Oggi che fortunatamente la pandemia sembra aver rallentato il suo corso vale ancor più la pena approfondire i dati sui ricoverati, peraltro parametro fondamentale in vista della fine del lockdown.

Cosa ci dicono questi numeri? Che gli ospedali si stanno fortunatamente svuotando. Ma non con le stesse tendenze, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive. Come mostra la tabella 1, i dati di ieri indicavano in 11.600 i ricoverati complessivi, di cui 808 in terapia intensiva (pari al 6,9%). Ma se analizziamo questo rapporto regione per regione emerge una prima anomalia: 10 si attestano al di sotto della media nazionale, mentre 9 regioni e le due province autonome sono al di sopra. Ma se il Veneto, la Puglia e o la Liguria, ad esempio, superano la media nazionale di qualche decimale, due enti superano 10% (Emilia Romagna e provincia di Bolzano), il Molise tocca il 20% (ma con numeri assoluti bassissimi), mentre la Toscana sfiora il 22%.

E sempre la Toscana è sul podio (dietro solo all’Umbria, ma anche in questo caso con numeri assoluti non paragonabili) nel rapporto tra ricoverati in terapia intensiva e positivi totali, con una percentuale doppia rispetto al dato nazionale. (Sul punto vale la pena ricordare che il dato dei positivi è frutto dei tamponi effettuati e non prende in considerazione, quindi, gli asintomatici)

Toscana – sesta per numero di positivi, ottava per numero di ospedalizzati, nona per numero di ricoverati nei reparti Covid non di urgenza, quinta per numero di pazienti in Terapia intensiva (8,2% sul totale) – dunque prima per distacco nel rapporto tra pazienti gravi e pazienti totali.

Un anomalo primato detenuto da tempo: come mostra la tabella 2, il 15 aprile solo l’Umbria aveva un rapporto peggiore, ma già il primo maggio aveva lasciato la prima posizione alla Toscana. Toscana che assieme all’Emilia Romagna è l’unica regione ad aver registrato un peggioramento di questo rapporto, crescendo dal 18,1% al 21,9%, mentre, ad esempio, prendendo in esame regioni simili per popolazione alla Toscana, il Veneto è sceso da 13,5% a 7,1%, e il Lazio dal 12,7% a 6,3%.

Una possibile risposta è nella penultima ultima colonna della tabella 1: il tasso di ospedalizzazione (numero di ricoverati sul totale dei positivi). La Toscana registra un 9,6% che la posiziona tra le regioni che meno hanno ricorso alle ospedalizzazioni, e conseguentemente la riduzione va ad incidere negativamente sul rapporto, ma è solo una risposta parziale, perché ad esempio il Veneto ha un tasso di ospedalizzazione ancora più basso, ma nell’ultimo mese è passato da 219 ricoverati in Terapia intensiva a 24 (con una diminuzione dell’89%), la Toscana da 216 a 67 (con un calo del 68,9), contro una media nazionale del 73,7%.

Una differenza che balza agli occhi: legittimo domandarsi da cosa derivi.

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